sabato 18 febbraio 2012

Interno della galleria dell'Antro della Sibilla
Foto © Antonella Verdolino

Il mistero dell'Antro della Sibilla

A Cuma, nella zona dei Campi Flegrei in provincia di Napoli esiste una misteriosa galleria scavata in una montagna che presenta sconcertanti analogie con la piramide Maya di Palenque
In termini turistici l'Antro della Sibilla è un apprezzato sito archeologico che sorge sulla sommità di una collina vulcanica; si tratta dell'acropoli di Cuma, a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Questo sito non solo è importante perché è la colonia greca più antica d'Italia: la sua origine infatti risalirebbe al IX-VIII BCE, quando una colonia di calcidiesi provenienti dall'isola Eubea si stanziarono su questa superficie già abitata da popolazioni autoctone più arretrate. Ma un altro motivo che rende importante questo posto è il cosiddetto Antro, il luogo in cui vaticinava la Sibilla Cumana. Questa enigmatica grotta a forma di trapezio è stata attribuita appunto alla residenza (o "al posto di lavoro") della celeberrima Sibilla Cumana, consacrata al dio Apollo: si dice che questa antica sacerdotessa, le cui origini si perdono nel mito, prevedesse il futuro rispondendo in modo enigmatico e ambiguo ai quesiti degli antichi guerrieri, greci ma anche romani, che le sottoponevano prima di partire per la guerra. Da lei non a caso deriva il termine "sibillino". Ufficialmente la galleria sarebbe stata realizzata dagli antichi Greci e poi dai già citati Romani, venendo prodotta in due periodi: il primo tra il VI e il V secolo BCE quando furono scavati in un tufo molto duro la galleria e la sala dell'oracolo; poi successivamente, nel IV-III secolo BCE, fu modificata e ampliata.

Un'altra ipotesi attribuisce l'origine della grotta a tempi più recenti, in quanto qualche archeologo dice essere stata scavata al tempo della Seconda Guerra Mondiale allo scopo di usarla come bunker o deposito di munizioni.
Una riflessione però ci viene in mente: che siano stati i Romani o i Nazisti, perché prendersi il disturbo di scavare a forma di trapezio invece che una semplice galleria a sezione rettangolare? Di certo guardando l'Antro nel suo insieme non ha molto lo styling dell'architettura romana! Infatti da una attenta analisi si può notare una sorprendente analogia con la galleria che conduce alla celeberrima tomba sotto la piramide Maya del re Pacal, a Palenque in Messico. La cosa sarebbe già clamorosa di per sé: tuttavia questo non è l'unico esempio, ben altri sono i siti archeologici nel mondo in cui sono state riscontrate le similitudini con questo monumento. Ricordiamo ad esempio le porte a trapezio delle tombe etrusche, in Toscana e Lazio, anch'esse alquanto misteriose, o addirittura il nostro pensiero va a quelle mura megalitiche del popolo inca a Cusco e a Ollantaytambo in Perù. Cosa assai strana, se si pensa che tutte queste popolazioni antiche erano distanti tra loro migliaia di chilometri ma con una cosa in comune così peculiare come la "porta a trapezio".
Ancora oggi diversi ricercatori tentano di capire quale fosse il reale significato del trapezio azzardando ogni tanto varie ipotesi...in realtà la spiegazione esiste ed è chiara, ma per adesso non è questa sede per spiegarlo. Entrando nella grotta, alta cinque metri, larga due e mezzo e lunga circa 131 m, si nota che sulla parete destra si aprono nove aperture anch'esse a forma di trapezio, mentre a un certo punto si vede impressa sul muro una profonda impronta di una mano scavata nella roccia. Verso la metà del corridoio sulla sinistra si trova un'apertura di forma quadrata con tre bracci disposti a croce anch'essi trapezoidali. Queste tre aperture sono poste più in basso e vi si accede da una piccola scala posta sulla sinistra di ogni sala ma oggi sbarrata. In fondo alle sale si trovano delle vasche che ricordano vagamente dei sarcofagi ma di dimensioni molto più ridotte. Poco più avanti, sempre sulla sinistra, si apre quella che sembra essere una piccola stanza larga pochissimi metri quadri e alta circa 1,60 m, con all'interno una sorta di singolarissimo "divanetto" angolare in pietra. Arrivando poi sul fondo della galleria si entra in una sala quadrata attraverso un arco, ma stavolta a sesto tondo: e subito sulla sinistra si accede, sempre attraverso un arco tondo ma più basso del precedente, in quella che dovrebbe essere la stanza dell'oracolo, anche qui con tre archetti tondi disposti a croce. Ad una persona che accede nella prima stanza e guarda verso l'oracolo ha subito l'impressione di trovarsi di fronte a un'anticamera e che la galleria continui attraverso queste tre porte, ma subito ci si rende conto che questi ultimi sono chiusi, come se degli enormi blocchi cubici ostacolassero l'accesso in queste porte. Magari qualche camera segreta o addirittura altri corridoi che condurrebbero chissà dove. Forse il famoso accesso agli inferi che il poeta Virgilio racconta nella sua famosissima Eneide.
La "Stanza dell'Oracolo" nell'Antro della Sibilla
Foto © Antonella Verdolino

Come già accennato prima, guardando la grotta del sarcofago di Pacal è molto simile nella forma all'Antro della Sibilla.
Tutta la zona dei Campi Flegrei è connessa al mito degli inferi e dell'Ade. Il vicinissimo Lago d'Averno per i classici celava l'ingresso al Tartaro, l'oltretomba dei popoli greco-romani. Non a caso Virgilio manda qui il suo eroe Enea per incontrare il padre Anchise nei Campi Elisi; e forse non a caso sotto il livello dell'Antro esiste la Cripta Romana, un'incredibile esempio di architettura e di ingegneria sotterranea che collega la zona di Cuma proprio al Lago d'Averno, congiungendosi alla Grotta di Cocceio. Il tunnel è esplorato per 180 metri, ma oltre i detriti potrebbe proseguire ancora, inesplorato.
Cuma è un posto fantastico e fuori dal mondo, ma c'è un altro luogo famosissimo che presenta un tipo di architettura a forma di trapezio. Questo strano stile si trova all'interno della grande Piramide di Cheope in Egitto, nella silouette della Grande Galleria. E non basta: qui si trova, nella Camera della Regina, una specie di porta trapezoidale sulla parete formata dagli stessi massi della piramide. Quest'ultima presenta similitudini con un'altra porta in un sito archeologico Maya a Xocicalco in Messico.

La Grande Galleria della Piramide di Cheope mostra chiaramente l'architettura a trapezio.La Camera della Regina sempre nella Piramide di Cheope mostra questa strana apertura trapezoidale-piramidale in una parete verticale.A Xocicalco, in Messico, i Maya costruirono un tempio con la stessa identica apertura trapezoidale presente a Giza.

. Cosa poteva unire Cuma con la cultura maya, con quella egizia e a quella inca? Sicuramente è esistita un'unica cultura molto antica che ha realizzato lo stesso tipo di architettura in tutti questi luoghi del mondo, un'architettura di tipo megalitico edificata da una civiltà che fosse a conoscenza di tecniche avanzate; un'antica civiltà che ha dato origine alla metafora di Atlantide. Considerando questa possibilità e il perché proprio qui scavare la grotta, ci viene da pensare che a ovest, a pochi chilometri dal complesso archeologico, si trova l'isola di Ischia, in cui si troverebbe uno degli ingressi per il mondo sotterraneo. Proprio nei Campi Flegrei si parla su alcuni documenti dei secoli passati del misterioso popolo dei Cimmeri citati anche da Omero nell'Odissea. Questo popolo era legato al mondo sotterraneo Flegreo, antichi abitanti della zona cumana che vivevano nel sottosuolo molto tempo prima che vi arrivassero i Greci e i Romani. Gli stessi sono citati anche da Strabone, che li descrive come una popolazione che viveva in "case sotto il suolo chiamate argille e attraverso le gallerie si visitavano l'un l'altro" - una tipologia abitativa che ricorda gli indiani Anasazi degli Stati Uniti e le città delle fate della Cappadocia in Turchia - e che gli antichi identificavano con i morti che uscivano dall'Ade. Quindi è probabile che gli stessi, magari proprio entrando dall'Antro della Sibilla o forse da un luogo lì vicino, giungessero fino ad Ischia e da lì spingendosi in luoghi più lontani attraverso altre ramificazioni. Forse proprio dietro le ipotetiche porte della sala dell'oracolo si potrebbe celare uno degli ingressi a questo misterioso mondo sotterraneo…
                                                                                                                                                              

di Antonella Verdolino
Foto © Antonella Verdolino